Come trattare la pelle dopo l’estate

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cura pelle post estate

La stagione estiva è terminata portando con sé le spensierate giornate in spiaggia e le tranquille e rilassanti passeggiate in montagna. È quindi giunto il momento di riprendere la propria routine quotidiana e combattere il cosiddetto “stress da rientro”. Sintomi quali insonnia, nervosismo e stanchezza talvolta eccessiva, possono molto facilmente determinare ripercussioni anche sulla nostra pelle. Sono ovviamente complici di questa difficile situazione cutanea i fattori tipici dell’estate, quali le prolungate e non corrette esposizioni solari, bagni frequenti in mare e/o in piscina, salsedine, minore attenzione alla normale igiene cosmetologica.

Di conseguenza in molti (uomini e donne) si trovano a dover fare i conti con una pelle più secca del normale (intesa come disidratata), desquamante oppure ispessita, con colorito spento e poco omogeneo.

Cosa fare? Per preparare la pelle all’arrivo della stagione invernale le parole chiave sono: detersione, esfoliazione ed idratazione.

La detersione della pelle, seppur trascurata, è invece uno step fondamentale da compiere: ogni giorno mattina e sera, per rimuovere dall’epidermide lo sporco esogeno e l’eccesso di materiale organico (come il sebo e le cellule in ricambio), rispettando al contempo il film idrolipidico di protezione.

Prima di tutto infatti è importante che i prodotti siano progettati e formulati per essere ben tollerati e sicuri nell’uso, in particolare per i detergenti viso. Poi devono essere scelti in base a cosa e come si vuole ottenere (maggior azione pulente, più delicatezza, mantenimento dei parametri fisiologici, etc.) e questo dipende soprattutto dalla tipologia di pelle individuale, oltre che dalle particolari condizioni in cui la cute si trova. Anche per le aree corporee (in modo particolare ascelle, regioni intime) una detersione scorretta può alterare i parametri fisiologici della pelle, favorendo l’insorgenza di fenomeni quali secchezza, irritazioni o altre manifestazioni indesiderate.

Fondamentalmente esistono due differenti tipi di detersione: mediante tensioattivi o per affinità:

  • La prima prevede l’utilizzo di prodotti che contengono tensioattivi, molecole che si legano, in modo diverso in base alla loro natura chimico fisica, allo sporco adeso sul film idrolipidico cutaneo favorendone la rimozione.
  • La seconda si avvale invece di prodotti lipofili (come un olio o un latte detergente), in grado per loro stessa natura di rimuovere lo sporco cutaneo, in modo più eudermico.

 

L’esfoliazione cutanea, specialmente in questo periodo dell’anno, è un importante atto cosmetico mirato a rimuovere dallo strato corneo le cellule epidermiche desquamanti ed i residui di impurità sfuggiti alla detersione, favorendo nel contempo il turn over cellulare epidermico. Questo tipo di prodotto cosmetico è in generedeclinato in due diverse modalità di azione:

  • Gli esfolianti fisici: sono i prodotti noti come “scrub”, nei quali l’azione esfoliante è determinata dalla presenza di sostanze leggermente abrasive, che esercitano un’azione di sfregamento superficiale dell’epidermide; anche gli appositi dischetti esfolianti svolgono il loro ruolo con questo tipo di modalità.
  • Gli esfolianti chimici: come i cosiddetti “light peeling” (dall’inglese “to peel”, sbucciare) che inducono un’attività diversa rispetto ai precedenti attraverso l’uso di sostanze cheratolitiche, come ad esempio gli α–idrossiacidi (come l’acido glicolico, mandelico, tartarico ed altri) o i β- idrossiacidi (come l’acido salicilico); in tal modo viene rimodulato lo spessore degli strati cellulari epidermici.

In entrambi i casi, ma in modo diverso, vieneaiutata la riprogettazione del cosiddetto “turn over cellulare epidermico”, ovvero quel meccanismo di maturazione delle cellule epidermiche che le porta dallo strato basale al corneo.

Il più importante parametro da considerare, sia per l’uno che per l’altro metodo, è la sicurezza e la tollerabilità di impiego. Nel caso dell’esfoliazione meccanica sono da evitare i prodotti che presentano granuli non adatti perché troppo grandi e/oabrasivi (si ricordano episodidi molti anni fache avevano determinato problemi di escoriazione cutanea e irritazione oculare), così come per l’esfoliazione chimica non è autorizzata in ambito cosmetologico una concentrazione troppo alta di α (AHA)e β idrossiacidi.

Già nel 2000, nell’ambito dell’Unione Europea, il Comitato Scientifico per la sicurezza dei consumatori (allora ScientificCommittee On CosmeticProducts And Non-FoodProductsIntended For Consumers-SCCNFP) adottò nel 2000 un primo documento (“Position Paper” SCCNFP/0370/00) che prendeva in considerazione proprio la sicurezza dell’uso in cosmetica degli AHA.

Secondo il Comitato, fino a quando altri dati non sono disponibili, èragionevole ipotizzare che l’acido glicolico può essere utilizzato in modo sicuro ad una concentrazione fino a 4% ed un pH ≥ 3,8 e l’acido lattico fino al 2,5% a pH ≥ 5. Inoltre è stata segnalata l’importanza di evitare il contatto con gli occhi e attenzione all’esposizione solare (offrendo una protezione dalla radiazione UV durante l’uso di prodotti contenenti AHA)a causa della possibile predisposizione all’aumento del danno da UV durante l’uso di prodotti che ne contengono.

Il Comitato, in attesa di ulteriori valutazioni, negli anni ha mantenuto la vigilanza su questo tema, ha confermato quanto già riferito e richiesto ulteriori studi anche alle suddette concentrazioni, sia per l’uso a breve che a lungo termine.

Nel 2005, FDA (Food and Drug Administration – USA) ha pubblicatoalcune linee guida per l’industria cosmetica che riportano corrette indicazioni per l’uso degli AHA nei prodotti cosmetici, con particolare riferimento alla correttezza dei testi in etichetta, alle avvertenze ed alle modalità d’uso. Inoltre, secondo quanto pubblicato, per FDA gli AHA possono essere considerati sicuri per l’uso nei prodotti cosmetici a concentrazioni ≤ 10%, a pH della formulazione finale ≥ 3.5.

I peeling invece propriamente detti, contenenti sostanze cheratolitiche a maggiore concentrazione, sono trattamenti di medicina estetica e pertanto devono essere eseguiti da personale specializzato ed esperto.

L’idratazionedella pelle,anche sespesso banalizzata, non è invece un concettosemplice.

Il maggior o minor contenuto d’acqua sono connessia numerosi fattori biochimici, fisici e metabolici della cute e del mondo che la circonda:oltre a quelli ambientali (temperatura, umidità relativa, esposizione solare, etc.), anche l’integrità dell’epidermide intesa proprio come “impalcatura” (definita citoarchitettura), la coesione tra cellula e cellula (i lipidi epidermici ad esempio sono il loro cemento), la presenza di costituenti specifici come il Fattore Naturale di Idratazione (NMF – Natural MoisturizingFactor).

L’acqua dello strato corneo può presentarsilegata alle proteine delle cellule (cheratinociti) ed in parte ai lipidi epidermici, o si trova libera in forma di vapore. Stimandone le differenze, rimane legata molto saldamente (legami covalenti) per circa il 5% elegata più debolmente (legami idrogeno) per circa il 30%, ma la quantità, anche in questo caso, è variabile secondo le condizioni.

Quando qualcosa non va, la pelle non riesce a gestire correttamente l’omeostasi dei liquidi del tessuto, si altera il flusso d’acqua libera che tende a diffondersi in continuazione come vapor d’acqua (Trans Epidermal Water Loss-TEWL), dalla pelle verso l’esterno.

In sintesi l’idratazione cutanea corrisponde alla presenza d’acqua nei tessuti cutanei, rappresentando però uno tra i più importanti parametri di buono stato e benessere della struttura: plasticità, elasticità, turgore, morbidezza, maggiore o minore presenza di rughe e solchi…sono determinate dall’equilibrio idrico.

Già quando la quantità di acqua persa tende a superare il 10% si assiste a disidratazione.

Normalmente la quantità di acqua presente nello strato corneo è molto limitata, quella presente nell’epidermide in generale è di circa il 32-35%, nel derma corrisponde a circa il 70-75%. Da questo deriva quindi il concetto che sarebbe sempre molto più importante apportare acqua “in superficie” che “in profondità”.

Infine un aspetto da non tralasciare mai è che la pelle genericamente definita “secca” non solo e non sempre è da ricondursi a carenza di acqua. Può essere infatti disidratata (carente di acqua e/o di sostanze idrofile), ma anche carente o con scarsissima quantità di lipidi (ipo a alipidica) o entrambe le cose.

Al variare di queste condizioni, dovrà necessariamente variare l’approccio cosmetologico: prodotti fortemente idratanti nel primo caso, prodotti restitutivi nel secondo, entrambe le funzioni nel terzo.

Dopo l’estate è sicuramente essenziale ripristinare il corretto livello di idratazione cutanea, ma anche aiutare la ricostituzione del cosiddetto “film idrolipidico” di protezione, migliorando così sia l’aspetto estetico che funzionale della pelle.

Con l’applicazione di emulsioni (crema, lozione) lo strato corneo riesce ad aumentare il suo contenuto d’acqua ed al contempo a ripristinare la componente lipidica che, formando il film protettivo, tende a far ridurre la TEWL. Inoltre le sostanze igroscopiche presenti nei formulati, attirano e trattengono notevoli quantità di molecole di acqua (dell’emulsione stessa, della TEWL, dall’acqua ambientale).

Sia per il viso che per il corpo,è fondamentale applicare tutti i giorni e soprattutto dopo l’estate un buon prodotto idratante, che sia fluido o in crema corposa, ricco di sostanzeche contribuiscano a conservare l’omeostasi cutanea quali ad esempio: umettanti (come il glicerolo), sostanze igroscopiche ovvero in grado di trattenere acqua all’interno della pelle, (come l’acido ialuronico, il collagene, etc.).

Ad oggi sul mercato sono presenti moltissimi prodotti con queste caratteristiche, che si differenziano per la forma cosmetica (creme, sieri, gel) che per gli attivi presenti, specifici e da scegliere per ogni tipo di pelle. Per selezionare il prodotto giusto, è auspicabilequindi conoscere il proprio biotipo cutaneo, ognuno con specifiche esigenze da soddisfare.

La possibilità inoltre di apportare topicamentesostanze antiossidanti non va sottovalutata, anzi incentivata.Ad esempio tocoferolo e acido ascorbico (rispettivamente Vitamina E eC) contrastano la formazione dei radicali liberi, prevenendo così l’invecchiamento cutaneo.

 

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Author: Gigas_aideco