II PARTE: L’ecosistema vaginale
L’apparato genitale femminile è un organo aperto ai contatti interno-esterno, quindi è delicato perché è più esposto a possibili attacchi batterici.
Gli organi genitali femminili sono provvisti naturalmente di un sistema di difesa contro le infezioni. L’integrità delle superfici esterne (pelle e mucose) e un delicato ecosistema di batteri (la flora lattobacillare) mantengono un microambiente vaginale leggermente acido e rappresentano una “barriera” in grado di contrastare la proliferazione dei patogeni (batteri, funghi) e dei germi che sono presenti normalmente sulla pelle ma che, se in numero eccessivo, possono provocare infezioni. Tuttavia, banali irritazioni locali e la mancanza di una quotidiana igiene intima adeguata possono alterare questa “barriera” naturale e aprire le porte alle infezioni. L’ecosistema vaginale è caratterizzato da un equilibrio complesso e delicato. Gli elementi principali che lo condizionano sono: la presenza nel tessuto epiteliale vaginale di un particolare tipo di zucchero, il glicogeno; l’attività di specie batteriche saprofite (cioè positive per l’ambiente vaginale), che fanno parte della flora batterica della vagina, quali i lattobacilli di Döderlein. Questi lattobacilli rappresentano il 90% della flora batterica naturale presente nella zona genitale; essi metabolizzano il glicogeno e producono acido lattico, che determina un valore di pH acido, più acido che in tutte le altre parti del corpo.
In termini numerici, un pH con valori da 0 a 6 è acido; con 7 è neutro, mentre l’intervallo tra 8 e 14 rappresenta un pH alcalino.
Il glicogeno, cioè la sostanza da cui partono i lattobacilli per ottenere l’acido lattico, rappresenta l’elemento principale per l’equilibrio dell’ecosistema vaginale. E’ stato dimostrato che il canale vaginale si trova in condizioni ottimali in presenza di abbondante glicogeno, lattobacilli molto attivi e pH stabile intorno a un valore di 3,5-4,5: è proprio questo pH così acido ad ostacolare la proliferazione di microrganismi patogeni. Candida, Gardnerella sono solo alcuni esempi di possibili “estranei” dell’ambiente vaginale, che possono indurre fastidiose infiammazioni. Condizioni di acidità alterate in seguito a patologie, scarsa igiene e detersione non corretta o aggressiva possono alterare sia l’equilibrio di acidità che la fisiologica complessiva del sistema vaginale. La donna, in base ai suoi cicli ormonali, attraversa varie fasi che si susseguono in modo fisiologico: pubertà, adolescenza senza mestruazioni, età fertile, puerperio, menopausa, età senile. Per una corretta igiene intima, è necessario tenere conto di questi eventi naturali al fine di non alterare gli ecosistemi che dipendono dagli estrogeni e dalla flora batterica. A seconda, dell’età, infatti, il canale vaginale ha un diverso pH: gli estrogeni sono già presenti nelle neonate. Di conseguenza, il pH vaginale è acido (4-5). Tuttavia, già nel primo mese di vita, il pH tende a salire intorno a 7 in quanto gli estrogeni vengono prodotti in quantità molto basse; durante la pubertà, il pH tende a scendere da 7 fino a circa 5; nel periodo di maturità sessuale, il pH si assesta nell’intervallo tra 4 e 5; con la menopausa, viceversa, il calo di estrogeni porta nuovamente il pH a valori più alti (6-7); in caso di gravidanza, infine, la produzione di estrogeni è massima. Di conseguenza, il pH è generalmente molto stabile, tra 3,5 e 4,5, anche per proteggere qualsiasi passaggio di patogeni dal canale vaginale, a ulteriore protezione del feto. In definitiva quindi, l’acidità del pH è condizione indispensabile per la salute dell’apparato genitale femminile, perché solo così, l’ecosistema vaginale può svolgere la sua importante funzione protettiva e preventiva. La scelta del prodotto di igiene intima deve essere eseguita prestando attenzione al valore di pH, che non deve essere alcalino e tale da provocare alterazioni dell’equilibrio fisiologico fra le diverse popolazioni di batteri presenti nella flora batterica vaginale. Il detergente intimo, inoltre, non deve produrre molta schiuma e quindi non deve essere costituito da tensioattivi aggressivi, che possono determinare l’esfoliazione delle cellule della mucosa vaginale con conseguente calo della funzione di barriera protettiva. La presenza di sostanze alcoliche e di profumi è a rischio di fenomeni allergici (prurito e bruciore), se messi a contatto giorno dopo giorno con la mucosa vaginale, quindi sono da evitare in chi ne è molto sensibile. Inoltre il detergente deve considerare le diverse fasi della vita: fino alla pubertà la bambina deve utilizzare un prodotto con pH intorno alla neutralità; allo stesso modo la donna in menopausa e in età senile, essendoci una riduzione dell’attività estrogenica, la mucosa vaginale va incontro a fenomeni di secchezza e assottigliamento dei tessuti locali, ecco perchè è buona abitudine abbinare al detergente intimo creme umettanti e idratanti vaginali. Per tutto il periodo fertile, invece, il pH del detergente deve essere acido ovvero intorno a 3.5.
LA FLORA VAGINALE
La flora vaginale di donne sane è prevalentemente costituita da lattobacilli (o bacilli di Döderlein), che regolano la crescita della rimanente flora batterica ed ostacolano la colonizzazione della vagina da parte dei germi ostili. Queste funzioni sono dovute alla loro capacità di:
- occupare le possibili sedi di adesione degli altri microrganismi;
- sintetizzare perossido di idrogeno (H2O2, meglio conosciuto come acqua ossigenata), una molecola dotata di azione battericida diretta ed indiretta (stimola l’attività dei globuli bianchi);
- acidificare l’ambiente vaginale (pH 4-4,5), metabolizzando il glicogeno e producendo acido lattico.
Oltre ai lattobacilli, la flora batterica vaginale è costituita in misura minore anche da altri microrganismi, come ad esempio gli streptococchi, gli enterobatteri, microrganismi anaerobi, gardnerella, candida e mycoplasma. Alcuni di questi, pur essendo potenzialmente patogeni, non sono in grado di esplicare la loro azione lesiva (proprio perché vengono mantenuti in numero limitato dai lattobacilli e dal sistema immunitario). Può tuttavia succedere che la flora vaginale “buona” si alteri, sia qualitativamente che quantitativamente, e venga così sopraffatta da una flora mista, ricca di germi “cattivi”. Tale condizione, comunemente nota come vaginosi batterica, si instaura, per esempio, durante l’assunzione di antibiotici e farmaci immunosoppressori, quando si soffre di diabete o si subiscono stress psicofisici severi. Questa condizione è testimoniata dall’insorgenza di un cattivo odore vaginale, talvolta associato a perdite bianco-grigiastre e lattiginose. In simili circostanze, per restaurare la normale flora batterica vaginale, possono essere utilizzati specifici prodotti a base di acido lattico (che ristabilisce un pH ottimale per la proliferazione di lattobacilli) e di glicogeno (che fornisce loro il nutrimento necessario per crescere). Esistono anche terapie topiche a base di lattobacilli ed antibiotici specifici per determinati microorganismi. La naturale armonia della microflora vaginale, quindi, è facilmente alterabile. Basta poco per alterare il pH e di conseguenza indebolire le nostre difese naturali. Tra le varie cause di alterazione del pH, una delle più comuni è una scorretta igiene intima, che non significa necessariamente poca igiene, ma il più delle volte significa usare prodotti troppo aggressivi. Un errore può essere quello di usare quotidianamente il sapone comune, spesso troppo alcalino e aggressivo. L’alcalinità del sapone turba infatti la naturale acidità del pH vaginale, esponendoci maggiormente al rischio di irritazioni e aggressioni batteriche responsabili dei piccoli fastidi dell’apparato femminile. La regola aurea per una corretta igiene intima è una detersione quotidiana accurata con un prodotto appropriato. Dovremo usare un detergente con una speciale formulazione che rispetti il pH naturale delle parti intime. I prodotti più adatti, grazie all’azione di delicati agenti detergenti, garantiscono igiene e protezione completa. Inoltre, la presenza di estratti naturali (per esempio di calendula) può favorire la sensazione di benessere e freschezza per tutta la giornata. Per questo i prodotti specifici, clinicamente testati, sono gli alleati migliori per un’igiene intima protetta e completa e, soprattutto, per un’efficace prevenzione dei piccoli disturbi delle zone intime. L’apparato genitale femminile è un organo aperto ai contatti interno-esterno, quindi è delicato perché è più esposto a possibili attacchi batterici.Gli organi genitali femminili sono provvisti naturalmente di un sistema di difesa contro le infezioni. L’integrità delle superfici esterne (pelle e mucose) e un delicato ecosistema di batteri (la flora lattobacillare) mantengono un microambiente vaginale leggermente acido e rappresentano una “barriera” in grado di contrastare la proliferazione dei patogeni (batteri, funghi) e dei germi che sono presenti normalmente sulla pelle ma che, se in numero eccessivo, possono provocare infezioni. Tuttavia, banali irritazioni locali e la mancanza di una quotidiana igiene intima adeguata possono alterare questa “barriera” naturale e aprire le porte alle infezioni. L’ecosistema vaginale è caratterizzato da un equilibrio complesso e delicato. Gli elementi principali che lo condizionano sono: la presenza nel tessuto epiteliale vaginale di un particolare tipo di zucchero, il glicogeno; l’attività di specie batteriche saprofite (cioè positive per l’ambiente vaginale), che fanno parte della flora batterica della vagina, quali i lattobacilli di Döderlein. Questi lattobacilli rappresentano il 90% della flora batterica naturale presente nella zona genitale; essi metabolizzano il glicogeno e producono acido lattico, che determina un valore di pH acido, più acido che in tutte le altre parti del corpo. In termini numerici, un pH con valori da 0 a 6 è acido; con 7 è neutro, mentre l’intervallo tra 8 e 14 rappresenta un pH alcalino. Il glicogeno, cioè la sostanza da cui partono i lattobacilli per ottenere l’acido lattico, rappresenta l’elemento principale per l’equilibrio dell’ecosistema vaginale. E’ stato dimostrato che il canale vaginale si trova in condizioni ottimali in presenza di abbondante glicogeno, lattobacilli molto attivi e pH stabile intorno a un valore di 3,5-4,5: è proprio questo pH così acido ad ostacolare la proliferazione di microrganismi patogeni. Candida, Gardnerella sono solo alcuni esempi di possibili “estranei” dell’ambiente vaginale, che possono indurre fastidiose infiammazioni. Condizioni di acidità alterate in seguito a patologie, scarsa igiene e detersione non corretta o aggressiva possono alterare sia l’equilibrio di acidità che la fisiologica complessiva del sistema vaginale. La donna, in base ai suoi cicli ormonali, attraversa varie fasi che si susseguono in modo fisiologico: pubertà, adolescenza senza mestruazioni, età fertile, puerperio, menopausa, età senile. Per una corretta igiene intima, è necessario tenere conto di questi eventi naturali al fine di non alterare gli ecosistemi che dipendono dagli estrogeni e dalla flora batterica. A seconda, dell’età, infatti, il canale vaginale ha un diverso pH: gli estrogeni sono già presenti nelle neonate. Di conseguenza, il pH vaginale è acido (4-5). Tuttavia, già nel primo mese di vita, il pH tende a salire intorno a 7 in quanto gli estrogeni vengono prodotti in quantità molto basse; durante la pubertà, il pH tende a scendere da 7 fino a circa 5; nel periodo di maturità sessuale, il pH si assesta nell’intervallo tra 4 e 5; con la menopausa, viceversa, il calo di estrogeni porta nuovamente il pH a valori più alti (6-7); in caso di gravidanza, infine, la produzione di estrogeni è massima. Di conseguenza, il pH è generalmente molto stabile, tra 3,5 e 4,5, anche per proteggere qualsiasi passaggio di patogeni dal canale vaginale, a ulteriore protezione del feto. In definitiva quindi, l’acidità del pH è condizione indispensabile per la salute dell’apparato genitale femminile, perché solo così, l’ecosistema vaginale può svolgere la sua importante funzione protettiva e preventiva.La scelta del prodotto di igiene intima deve essere eseguita prestando attenzione al valore di pH, che non deve essere alcalino e tale da provocare alterazioni dell’equilibrio fisiologico fra le diverse popolazioni di batteri presenti nella flora batterica vaginale. Il detergente intimo, inoltre, non deve produrre molta schiuma e quindi non deve essere costituito da tensioattivi aggressivi, che possono determinare l’esfoliazione delle cellule della mucosa vaginale con conseguente calo della funzione di barriera protettiva. La presenza di sostanze alcoliche e di profumi è a rischio di fenomeni allergici (prurito e bruciore), se messi a contatto giorno dopo giorno con la mucosa vaginale, quindi sono da evitare in chi ne è molto sensibile. Inoltre il detergente deve considerare le diverse fasi della vita: fino alla pubertà la bambina deve utilizzare un prodotto con pH intorno alla neutralità; allo stesso modo la donna in menopausa e in età senile, essendoci una riduzione dell’attività estrogenica, la mucosa vaginale va incontro a fenomeni di secchezza e assottigliamento dei tessuti locali, ecco perchè è buona abitudine abbinare al detergente intimo creme umettanti e idratanti vaginali. Per tutto il periodo fertile, invece, il pH del detergente deve essere acido ovvero intorno a 3.5.LA FLORA VAGINALELa flora vaginale di donne sane è prevalentemente costituita da lattobacilli (o bacilli di Döderlein), che regolano la crescita della rimanente flora batterica ed ostacolano la colonizzazione della vagina da parte dei germi ostili. Queste funzioni sono dovute alla loro capacità di:-occupare le possibili sedi di adesione degli altri microrganismi;-sintetizzare perossido di idrogeno (H2O2, meglio conosciuto come acqua ossigenata), una molecola dotata di azione battericida diretta ed indiretta (stimola l’attività dei globuli bianchi);-acidificare l’ambiente vaginale (pH 4-4,5), metabolizzando il glicogeno e producendo acido lattico. Oltre ai lattobacilli, la flora batterica vaginale è costituita in misura minore anche da altri microrganismi, come ad esempio gli streptococchi, gli enterobatteri, microrganismi anaerobi, gardnerella, candida e mycoplasma. Alcuni di questi, pur essendo potenzialmente patogeni, non sono in grado di esplicare la loro azione lesiva (proprio perché vengono mantenuti in numero limitato dai lattobacilli e dal sistema immunitario). Può tuttavia succedere che la flora vaginale “buona” si alteri, sia qualitativamente che quantitativamente, e venga così sopraffatta da una flora mista, ricca di germi “cattivi”. Tale condizione, comunemente nota come vaginosi batterica, si instaura, per esempio, durante l’assunzione di antibiotici e farmaci immunosoppressori, quando si soffre di diabete o si subiscono stress psicofisici severi. Questa condizione è testimoniata dall’insorgenza di un cattivo odore vaginale, talvolta associato a perdite bianco-grigiastre e lattiginose.In simili circostanze, per restaurare la normale flora batterica vaginale, possono essere utilizzati specifici prodotti a base di acido lattico (che ristabilisce un pH ottimale per la proliferazione di lattobacilli) e di glicogeno (che fornisce loro il nutrimento necessario per crescere). Esistono anche terapie topiche a base di lattobacilli ed antibiotici specifici per determinati microorganismi.La naturale armonia della microflora vaginale, quindi, è facilmente alterabile. Basta poco per alterare il pH e di conseguenza indebolire le nostre difese naturali. Tra le varie cause di alterazione del pH, una delle più comuni è una scorretta igiene intima, che non significa necessariamente poca igiene, ma il più delle volte significa usare prodotti troppo aggressivi. Un errore può essere quello di usare quotidianamente il sapone comune, spesso troppo alcalino e aggressivo. L’alcalinità del sapone turba infatti la naturale acidità del pH vaginale, esponendoci maggiormente al rischio di irritazioni e aggressioni batteriche responsabili dei piccoli fastidi dell’apparato femminile.La regola aurea per una corretta igiene intima è una detersione quotidiana accurata con un prodotto appropriato. Dovremo usare un detergente con una speciale formulazione che rispetti il pH naturale delle parti intime. I prodotti più adatti, grazie all’azione di delicati agenti detergenti, garantiscono igiene e protezione completa. Inoltre, la presenza di estratti naturali (per esempio di calendula) può favorire la sensazione di benessere e freschezza per tutta la giornata. Per questo i prodotti specifici, clinicamente testati, sono gli alleati migliori per un’igiene intima protetta e completa e, soprattutto, per un’efficace prevenzione dei piccoli disturbi delle zone intime.