Arriva l’estate: peli superflui addio!

Arriva l’estate: peli superflui addio! 1500 550 Aideco
peli superflui addio

Quando arriva l’estate, la prova costume acuisce il desiderio di liberarsi degli odiatissimi peli superflui e di  esporre un corpo dalla pelle liscia e glabra. Questa necessità, oggi avvertita dalle donne come dagli uomini, ha fatto proliferare studi e ricerche per ottenere metodi di rimozione il più possibile duraturi: dai sistemi più semplici ed economici, come il rasoio (che in alcuni casi recenti assurge ad oggetto di design), fino ad arrivare ad autentici capolavori di tecnologia ed innovazione, soprattutto per la rimozione conosciuta come “permanente” o “progressivamente permanente”.

Tralasciando i trattamenti estetici (o di medicina estetica) più sofisticati come la luce pulsata e tutti gli altri, dei quali AIDECO si è già occupata (v. link  https://www.aideco.org/depilazione-epilazione-temporanea-o-permanente) è decisamente utile fare chiarezza sui metodi “provvisori” di rimozione dei peli di troppo.

Depilazione è infatti un termine che viene utilizzato spesso impropriamente per indicare genericamente la pratica estetica della liberazione transitoria dai peli.

Sussistono invece importanti differenze, a seconda del metodo che viene scelto ed utilizzato.

Lo scopo finale di “depilatori” ed “epilatori” si equivale solo per il raggiungimento del risultato finale, ovvero sono entrambi atti ad eliminare i peli indesiderati…solo che diverso è l’effetto, il meccanismo e la durata.

Come noto, la DEPILAZIONE consiste nell’eliminazione del pelo a livello della superficie cutanea, è cioè il taglio, all’altezza della superficie cutanea, che può essere effettuato ad esempio con il rasoio o con le creme depilatorie. L’epilazione è invece la rimozione del pelo per strappo (o sua distruzione), bulbo e papilla compresi.

La depilazione è transitoria e può essere effettuata meccanicamente e chimicamente.

  • La depilazione meccanica: consiste nell’utilizzo di rasoi manuali o elettrici. È ancora oggi molto diffusa, soprattutto perché veloce e sempre attuabile, anche nei casi di emergenza. Metodo poco costoso, veloce ed indolore, determina però un risultato poco duraturo perché il pelo è tagliato a livello della superficie della pelle e, crescendo, torna velocemente visibile. Anche se ormai poco utilizzati, fanno parte di questo gruppo anche i dischetti abrasivi, composti da una lamina di carta abrasiva che, con l’attrito, consente di tagliare il pelo.
  • La depilazione chimica: si attua attraverso l’utilizzo di sostanze che distruggono chimicamente la cheratina del fusto del pelo, poco più in profondità rispetto alla superficie della pelle. Attraverso l’azione combinata di agenti riducenti ed alcalini, viene intaccata e demolita la struttura cheratinica, trasformandola in un corpo amorfo e gelatinoso che poi viene rimossa con successiva detersione. L’azione dei solfuri è particolarmente rapida (sono sufficienti pochi minuti), gli inconvenienti maggiori però sono rappresentati dalla possibile irritazione che producono sulla pelle e dall’odore sgradevole che emanano. Da tempo i solfuri sono stati sostituiti dall’uso dell’acido tioglicolico e suoi derivati che riducono e spezzano i legami disolfuro della cisteina. Questi prodotti sono in commercio in numerose forme cosmetiche (in crema, in pasta, in schiuma, in stick, in gel). In ogni caso, dopo l’uso è opportuno provvedere ad accurato lavaggio per eliminare ogni eventuale residuo di prodotto e far seguire un trattamento acido-astringente per ridurre l’eccessiva alcalinità (il pH di questo tipo di prodotto è intorno a 12,5) e la possibile irritazione locale. È un metodo abbastanza veloce e pratico, ma richiede maggiore attenzione rispetto al precedente. Inoltre, è utilizzabile solo su cute integra, senza alterazioni o patologie ed è sconsigliato su pelle particolarmente sensibile, facilmente irritabile ed in soggetti predisposti all’insorgenza di allergie.

Anche se non si tratta di rimozione, un metodo per ridurre la visibilità dei peli superflui è la decolorazione.  Con questo sistema i peli non vengono asportati, ma sono resi più chiari, quasi trasparenti, meno evidenti, grazie alla rimozione del pigmento, generalmente attraverso perossido di idrogeno potenziato con ammoniaca. Questa pratica può rappresentare un’alternativa parziale all’esportazione della peluria, applicabile soprattutto quando i peli sono fastidiosi più per il colore che per la loro robustezza (braccia, regione superiore delle labbra, etc.). Anche questo metodo può causare fenomeni irritativi e quindi non è consigliabile in soggetti predisposti. La durata dell’effetto schiarente è di circa 20/40 giorni, in relazione alla ricrescita del pelo, così come accade con le tinture per capelli.

Con i metodi di EPILAZIONE si ottengono risultati più duraturi, ma possono determinare un maggiore trauma cutaneo rispetto ai sistemi di depilazione.

Possono essere suddivisi in estrazione e distruzione del pelo (per quest’ultimo metodo si rimanda ad altra trattazione). Con l’estirpazione del pelo dalla sua sede naturale (il follicolo pilifero), la rimozione è sì transitoria, ma la sua ricomparsa è più lenta. Come ben noto a tutti, a differenza della depilazione, purtroppo questa procedura è però dolorosa…

Le cere epilatorie portano a buoni risultati, la ricrescita del pelo si rende visibile dopo circa 20-30 giorni e con frequenza e costanza di utilizzo si può arrivare anche ad una riduzione nella ricrescita. Dopo l’utilizzo, cosa spesso dimenticata, è buona norma provvedere ad un’accurata detersione, soprattutto per la rimozione dei residui che rimangono saldamente adesi alla superficie cutanea. Pinzette e loro evoluzione, ovvero gli epilatori elettrici sono gli altri metodi di estrazione dei peli superflui molto utilizzati.

  • Le cere epilatorie a caldo: sulla cresta per molti anni (a partire dagli inizi del ‘900), oggi è meno utilizzata che in passato, per motivi igienici (spesso veniva riciclata!), per il necessario eccessivo calore che richiede nell’applicazione e per l’incorporazione del pelo nella pasta cerosa. È una massa che può contenere numerosi ingredienti, come paraffina, cera d’api, cera carnauba, gommalacca, etc. Viene applicata allo stato fuso e, quando si solidifica, ingloba il pelo che viene successivamente distaccato dalla sua sede con strappo. In genere si effettua presso centri estetici, ma molti ancora tentano l’uso domiciliare. Per le sue modalità di applicazione, andrebbe scelto solo per le aree meno delicate, come gambe e braccia, usufruendo di altri metodi per aree particolari come inguine, ascelle e viso. A causa della temperatura di applicazione, questo metodo è sconsigliato a chiunque abbia problemi di fragilità capillare, alterazioni del microcircolo, insufficienza venosa, oltre che per le donne durante il periodo della gravidanza.
  • Le cere epilatorie a freddo: questo tipo di prodotto, a base principalmente di sciroppo di glucosio, viene resa solo tiepida per aumentarne la facilità di applicazione e poi stesa sulla parte da epilare. Sulla zona si applicano strisce di tessuto o carta speciale, che poi vengono strappate con estirpazione del pelo dal follicolo. In commercio sono presenti kit di ceretta e strisce già combinate.
  • Le pinzette: anche loro permettono di asportare il pelo dalla sua radice, ma sono improponibili per le aree corporee troppo estese. Metodo antico e non costoso, richiede molto tempo e tanta precisione.  Inoltre il pelo si può spezzare alla superficie della pelle ricrescendo velocemente, come se fosse stato tagliato. Questa pratica è molto utilizzata per l’asportazione dei peli sopraccigliari e dei peli isolati, ovvero in tutte le piccole aree cutanee. Vengono inoltre utilizzate per rifinire l’estrazione della peluria dopo aver utilizzato altri metodi.
  • Gli epilatori elettrici: sono in effetti l’evoluzione delle pinzette. Simili ad un rasoio elettrico, hanno la testina composta da dischi rotanti che intrappolano il pelo e lo tirano dalla radice, asportando il bulbo pilifero. In tal caso l’estrazione del pelo è più veloce, ma meno precisa. È quindi un metodo indicato soprattutto per gli arti inferiori o le braccia, laddove la cute è meno sensibile, non è invece indicato sulle superfici curve, come le ascelle e nelle regioni del corpo con cute sottile. Inoltre, come per il sistema di depilazione a pinzetta, non tutti i peli riescono ad essere asportati dalla radice, alcuni si spezzano alla trazione rientrando nel canale follicolare e possono facilmente ricrescere in modo incoerente ed anomalo. Infine, a causa di una minore precisione, il risultato può portare rimozione/ricrescita “a chiazze”, ovvero alcuni peli vengono rimossi ed altri no, con conseguente necessità di ripetere molto frequentemente il trattamento.

Tutti i sistemi di depilazione e di epilazione spesso determinano insorgenza di eritema perifollicolare, oltre che quel fenomeno noto come “peli incarniti”: sia quando tagliati che estirpati i fusti del pelo, ricrescendo, possono “sbagliare strada” perché, invece di crescere verso l’esterno come previsto, si allungano nella direzione sbagliata, rimanendo intrappolati in aree sottocutanee. In tal modo possono determinare, come fossero un corpo estraneo, insorgenza di infiammazione. Se subentra un’infezione del follicolo pilifero, si può arrivare anche alla comparsa di follicoliti.

E dopo? Al termine della rimozione dei peli superflui, sia con un metodo o con un altro, è assolutamente necessario ricondurre la pelle quanto più possibile alla sua fisiologia. Infatti anche la sola depilazione con rasoio determina comunque un trauma cutaneo. È indispensabile dunque ridurre al minimo gli eventuali danni provocati, apportando sostanze idratanti, restitutive e lenitive. In alcuni casi l’uso di scrub, peeling leggeri o una semplice esfoliazione meccanica (ad esempio con guanto di crine) da eseguirsi con costanza giorni prima dell’atto depi/epilatorio, possono scongiurare la comparsa dei cosiddetti “peli incarniti”.

Inoltre almeno nelle 24 ore successive sarebbe auspicabile evitare l’uso sulle aree trattate di deodoranti/profumi-spray/prodotti contenenti alcool (soprattutto nell’area ascellare) e, ancor di più, l’esposizione alla radiazione solare diretta.

Gigas_aideco
Author: Gigas_aideco