Iso 16128 – guidelines on technical definitions and criteria for natural and organic ingredients and products: cosa cambia per la cosmetica “green”?

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norma ISO 16128

Con la collaborazione della Dott.ssa Corasaniti Noemi – Eurofins

Il mercato dei cosmetici naturali e biologici è in continua espansione soprattutto grazie alla maggior richiesta da parte dei consumatori di prodotti naturali, ritenuti spesso più sicuri.

Fino a pochi anni fa sussisteva una completa mancanza di riferimento legislativo, perché non erano stati identificati i parametri chepotessero chiaramente stabilire le “condizioni basilari” di un prodotto naturale o biologico. Nonostante questo molte aziende produttrici di cosmetici hanno utilizzato ed attualmente utilizzano claims (quali “natural”, “eco”, “bio”,”green” o ”organic”) grazie ai numerosi enti certificatori (come Icea, Ecocert, CCPB, Demeter) che utilizzano standard europei (come Cosmos e Natrue) di verifica e controllo dell’ingredientistica.

Dopo molti anni di elaborazione è stata pubblicata la norma ISO 16128. L’International Organization for Standardization (ISO), la più importante organizzazione mondiale che redige norme tecniche e standard di riferimento in relazione alle attività industriali, alle tecnologie, alla sicurezza alimentare, all’agricoltura ed all’assistenza sanitaria. In tal caso sono state realizzate linee guida il cui scopo è stato di tentare di far chiarezza sul tema prodotto-ingrediente/naturale-biologico.

La norma è divisa in due parti ed in particolare, seguendo l’iter di pubblicazione:

  • La prima parte, risale a Febbraio 2016, ed è dedicata alla definizione degli ingredienti ed ai criteri tecnici che consentono di considerarli naturali, derivati naturali, biologici o derivati biologici.
  • La seconda parte, pubblicata a Settembre 2017, contiene invece metodi per definire gli indici di naturale e biologico degli ingredienti, da cui poi deriveranno i relativi conteggi di naturale e biologico del prodotto finito.

 

Va qui rilevato che in nessuna delle due parti della norma ci si occupa degli aspetti relativi alla comunicazione verso il consumatore finale (etichettatura, informazioni, claims), alla sicurezza d’uso dei prodotti finiti, a questioni ambientali o a considerazioni socio-economiche o alla sostenibilità del prodotto cosmetico naturale.

Inoltre, questa norma non prende in considerazione le certificazioni e benché meno entra nel contesto della classificazione degli ingredienti (accettabili o meno), non adottando il concetto di valori minimi di soglia. In pratica, la ISO 16128 non definisce nello specifico quali ingredientisiano ammessi nei cosmetici naturali o biologici ed i loro contenuti minimi nel prodotto finito. L’obiettivo è stato invece di fornire criteri quantitativi di “naturalità” applicabili a tutti gli ingredienti cosmetici e determinare indici quantitativi per la composizione in ingredienti naturali e biologici del prodotto finito.

Considerata la valenza internazionale della norma ISO, questo approccio è un modo forse diverso di affrontare l’argomento rispetto a quanto è stato fatto nel tempo dai diversi standard. Ed è finalizzato a conseguire un’armonizzazione più estesa a livello globale; una norma ISO non può non tener conto della complessità del settore in questione o delle normative vigenti nei diversi paesi del mondo.Un esempio è il caso degli OGM, vietati solo in Europa ed ammessi in altri paesi extraeuropei e che, per la norma ISO, sono ammessi come ingredienti naturali.

Tutto ciò implica quindi che all’interno di un prodotto naturale o biologico si possano inserire tutti gli ingredienti, come ad esempio i siliconi o il dietilftalato (che fino ad oggi non erano considerati “appropriati per il prodotto naturale”), purché venga calcolato un natural index idoneo per questa ISO.

Considerato quanto sopra esposto, si può affermare che la norma forse non riuscirà a disciplinare correttamente l’attuale caos di loghi, marchi, claims o certificazioni “fai da te” e potrebbe incentivare i noti meccanismi di concorrenza basata sul greenwashing1, ostacolando le numerose aziende che finora hanno seriamente investito su questi temi.

Inoltre, l’allargamento delle maglie previsto dalla norma circa l’uso di numerosi ingredienti lontanissimi dall’ormai consueta concezione di prodotto naturale/biologico, potrebbe essere considerato un passo indietro rispetto agli standard preesistenti. Non esistendo infatti per la norma soglie minime di ingredienti naturali o biologici per definire tale un prodotto cosmetico finito, si rischia di utilizzare in modo inappropriato questo tipo di connotazione per quasi tutti i prodotti cosmetici.

Senza dubbio, al fine di ottenere una standardizzazione generale sul naturale e biologico, saranno necessarie ulteriori revisioni per concertare finalmente una norma o una legislazione armonizzata a livello globale.

1Greenwashing: neologismo che indica una strategia di comunicazione scorretta; consiste nel comportamento di alcune grandi aziende che associano la propria immagine a tematiche ambientali distogliendo l’attenzione dalle responsabilità derivanti dall’inquinamento causato dalle proprie attività produttive. Tale comportamento ostacola lo sviluppo sostenibile e porta il consumatore a perdere fiducia verso le aziende che operano in maniera realmente sostenibile, ostacolando in tal modo la crescita di un’economia ecocompatibile.

Giugno 2018


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Author: Gigas_aideco