Abitudini al sole: indagine conoscitiva sugli italiani. Sai scegliere la tua crema di protezione solare?

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AIDECO, impegnata oramai da tre anni nella Campagna di prevenzione e sensibilizzazione “Sole Sicuro”, ha commissionato ad IPSOS, Azienda leader nelle ricerche “survey based”, un’intervista telefonica condotta al fine di comprendere come si comportano gli italiani sotto al sole e quanto siano consapevoli dei rischi e dei benefici dei raggi solari.

Sono stati intervistati 110 soggetti residenti in Italia: un campione di 800 casi rappresentato da persone di età superiore ai 18 anni, ed un campione di 300 casi rappresentato da genitori con figli di età compresa tra 0-14 anni.

Da questa indagine, realizzata a Marzo 2016, è emerso che la popolazione italiana pur essendo al corrente dei danni che il sole può provocare, è tuttavia ben lungi dall’avere idee chiare su quali siano i corretti comportamenti da adottare per esporsi al sole in sicurezza, godendo degli effetti benefici che il sole, se preso correttamente, può offrirci.

All’atto pratico sono emerse infatti molte contraddizioni tra teoria e pratica.

Per quanto riguarda la conoscenza degli effetti dell’esposizione solare e delle misure di protezione, si evince che i soggetti intervistati risultino in generale molto informati sugli effetti immediati e tardivi delle radiazioni solari, specialmente quelli negativi come la possibile insorgenza di tumori cutanei, considerato dal campione, il rischio più grave.
Tra gli adulti, sono soprattutto le donne e gli intervistati di età compresa tra i 25 ed i 35 anni ad essere più al corrente delle ripercussioni che il sole ha sulla pelle, mentre i più giovani purtroppo risultano essere i meno informati, specialmente sulle conseguenze negative dei raggi ultravioletti.Tra i genitori invece, quelli più al corrente circa gli effetti negativi a lungo termine dell’esposizione solare sono le mamme coloro tra i 25 e i 34 anni di età, mentre i genitori di età compresa tra i 35 e i 44 anni sono più informati su quelli a breve termine.
Se le mamme italiane sono ferratissime in merito ai pericoli del sole, i papà lo sono altrettanto sui benefici che una foto-esposizione corretta e sicura, può avere sulla nostra salute.

Tra gli effetti negativi a breve termine il 93% degli adulti ed il 94% dei genitori, hanno indicato al primo posto eritemi e scottature, seguiti da macchie solari (58% degli adulti e 65% dei genitori), viceversa, risulta esserci poca consapevolezza circa gli effetti immediati positivi del sole, come ad esempio la stimolazione della sintesi della Vitamina D, che solamente un campione ridotto di soggetti (25% adulti e il 28% dei genitori) ha dimostrato di conoscere.

Per quanto concerne invece gli effetti nocivi a lungo termine dell’esposizione solare, per entrambi i campioni intervistati, il principale risulta essere la possibile insorgenza di tumori cutanei, che l’87% degli adulti ed il 92% dei genitori, indica al primo posto, seguito dall’aumento delle rughe (72% di entrambi i target) ed invecchiamento cutaneo precoce (66% degli adulti e 70% dei genitori).

Anche in questo caso, solo una piccola parte dei soggetti intervistati è a conoscenza degli effetti positivi a lungo termine offerti dal sole, come ad esempio la protezione delle ossa (16% degli adulti e 17% dei genitori).

Dai risultati delle interviste risulta però ancora poca consapevolezza circa i principi funzionali dei prodotti per la protezione solare, ovvero i filtri.

Alla domanda “Direbbe di conoscere la differenza tra filtri chimici e schermi fisici?”, nel target rappresentato dagli adulti, poco più di 1 intervistato su 10 ha risposto in modo affermativo (15%) mentre tra i genitori solo il 20% ritiene di conoscere la differenza tra le tipologie di filtri solari. In particolare coloro che risultano essere meno informati su questo argomento sono gli intervistati dai 45 anni di età in su.   

In merito al concetto della protezione della pelle durante l’esposizione solare, risulta che il sistema di foto-protezione più utilizzato sia l’applicazione di prodotti solari (79% adulti) soprattutto nel target rappresentato dai genitori (88%), specie tra le mamme. Nello specifico le donne risultano essere più caute nell’esporsi al sole, utilizzando maggiormente prodotti per la protezione solare ed evitando di esporsi nelle ore più calde rispetto agli uomini. Anche l’età è un fattore che influisce molto: gli intervistati più giovani sono infatti purtroppo meno attenti nel “prendere il sole”, mentre con l’aumento degli anni, tendono a ricorrere di più all’uso di sistemi di protezione quali cappelli, maglietta, occhiali da sole e a ridurre l’esposizione al sole durante le ore più calde della giornata (11.00-15.00).
Entrando su questo punto nel dettaglio però, solo 1 su 6 dei soggetti intervistati afferma di utilizzare sempre o quasi sempre i prodotti per la protezione solare (59% degli adulti e 65% dei genitori). Anche in questo caso i più responsabili che utilizzano con regolarità e costanza i prodotti solari risultano essere le donne (69%) e gli intervistati di età compresa tra i 45 e 54 anni (67%).

Quando ci si espone al sole, non è sufficiente applicare il prodotto una sola volta ma occorre ripetere l’operazione almeno ogni due ore. I risultati dell’intervista, hanno evidenziato che la maggior parte ripete l’applicazione almeno 2-3 volte al giorno mentre solo il 19% degli adulti ed il 26% dei genitori, applica il prodotto solare più di tre volte al giorno.
I meno attenti risultano essere i ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 24 anni: tra questi, circa la metà applica il prodotto solare una sola volta durante il giorno e meno di 1 su 10 ripete l’operazione più di 3 volte al giorno. Il target rappresentano dai genitori tra i 35 ed i 44 anni risulta invece essere il più attento, in particolar modo le mamme.

L’acquisto di un prodotto per la protezione solare va fatta per prima cosa in base al comportamento della pelle al sole, determinato dal proprio fototipo. Conoscere il proprio fototipo è quindi importante al fine di scegliere il prodotto con il fattore di protezione adeguato.
Il campione di soggetti intervistati sembrerebbe molto ferrato sull’argomento, soprattutto coloro che hanno dei figli, tanto che 9 genitori su 10 (l’89%) afferma di acquistare i prodotti per la protezione solare in base al proprio fototipo cutaneo, analogamente a circa l’80 % degli adulti. Solo una minima percentuale rappresentata dal 7% degli adulti e dal 5% dei genitori, ha risposto di non sapere cosa si intenda per fototipo, risposta riscontrata soprattutto tra coloro che affermano di non utilizzare con regolarità i prodotti solari.
Ma le cose stanno veramente così? A giudicare dal fatto che alla domanda “Quale fattore di protezione utilizza abitualmente?” la maggior parte degli italiani ha risposto di utilizzare prodotti solari con fattore di protezione alto (SPF 30-50) o medio (SPF 20-25), sembrerebbe di sì.
Gran parte degli italiani appartiene infatti alla razza caucasica dove predominano i fototipi più chiari (I-II-III), caratterizzati da una carnagione chiara, che tende a scottarsi più facilmente e di conseguenza devono orientarsi, su prodotti con un indice di protezione elevato.

In entrambi i target, il 40% afferma di utilizzare un fattore di protezione alto, mentre solo 1 italiano su 20 (6% degli adulti e 5% dei genitori), specialmente i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni, utilizzano prodotti solari con SPF basso (SPF 10-6).
Entrando più nel dettaglio però, le cose si sono rivelate ben diverse da quanto sopra descritto: tra i soggetti intervistati, alla domanda specifica relativa alla conoscenza del proprio fototipo, in entrambi i target, più di 1 intervistato su 2 (59% degli adulti e 52% dei genitori) ha dichiarato di non conoscerlo, soprattutto gli uomini, gli intervistati con età inferiore a 25 anni e gli over i 54.

Ma cosa si intende per fototipo? quando ci si espone al sole, la pelle non si comporta sempre allo stesso modo: alcuni soggetti per esempio ottengono quasi subito un’abbronzatura omogenea senza mai scottarsi, altri invece si scottano sempre e non si abbronzano mai. Come precedentemente accennato, queste diverse reazioni cutanee dipendono dal fototipo, ovvero un indice che, in base al colore della pelle, degli occhi e dei capelli, rivela come reagirà la nostra pelle al sole ed anche la tipologia di abbronzatura che si otterrà.
La dermatologia è solita suddividere la pelle in sei differenti fototipi (secondo la classificazione di Fitzpatrick). Per conoscere il proprio, l’ideale è rivolgersi ad un medico dermatologo che, in base alle caratteristiche cutanee individuali del paziente saprà indicare il fototipo di appartenenza e di conseguenza il fattore di protezione solare più idoneo.

Il dermatologo dovrebbe essere una figura di riferimento in tema di protezione e prevenzione solare. Ma gli italiani non sembrano pensarla allo stesso modo: i dati emersi dall’intervista indicano che tra gli adulti, meno della metà (42%) chiede consiglio al dermatologo per la prevenzione dei danni solari, ed il 44% si rivolge ad esso per la conoscenza del proprio fototipo, mentre gli altri si affidano ad specialisti in ambito medico/farmaceutico se non addirittura a nessuna di queste figure. Per quanto riguarda invece il target dei genitori la situazione è migliore per quanto riguarda i consigli sulla prevenzione (il 56% si è rivolto al medico dermatologo) mentre per quanto riguarda la conoscenza del proprio fototipo, anche in questo caso solo il 44% ha indicato il dermatologo quale fonte informativa.

La foto-esposizione, specie se prolungata, oltre a determinare molteplici conseguenze negative per la pelle, va ad alterare anche il film idrolipidico, pellicola protettiva che difende la pelle dall’ambiente esterno. La pelle apparirà così più secca e disidrata, ragion per cui, terminata l’esposizione è opportuno applicare, dopo la doccia, un prodotto doposole in grado di idratare e decongestionare la pelle stressata dal sole donandole piacevole sensazione di freschezza.
All’incirca 1 italiano su 2 applica un prodotto doposole al termine di ogni esposizione (51% degli adulti e 53% dei genitori), mentre alcuni tra i soggetti intervistati si limita ad utilizzarlo solo in caso di arrossamento cutaneo e/o scottature (33% degli adulti e 38% dei genitori). Solo una ridotta percentuale, corrispondente al 17% degli adulti e 9% dei genitori, afferma di non utilizzare mai prodotti doposole.

Diversa è invece la situazione relativa alla foto-esposizione dei bambini/ragazzi/figli. La pelle del bambino è una pelle molto sensibile e delicata, che non sa difendersi ancora bene dalle aggressioni esterne. Di conseguenza nei confronti del sole, è ancora più vulnerabile rispetto ad una cute adulta, e per questo la foto-esposizione dei bambini richiede molta cautela. Sconsigliato l’uso di prodotti solari per adulti, è necessario acquistare per loro prodotti specifici per i bambini, prediligendo quelli con un elevato fattore di protezione solare (SPF 50+/50).
Il campione intervistato pare essere consapevole di tutto ciò, dal momento che l’80% dei genitori (soprattutto le mamme) utilizza regolarmente prodotti solari per proteggere la pelle del proprio figlio dal sole, ed il 90% di questi lo fa utilizzando prodotti solari specifici per la pelle del bambino.

È importante che i ragazzi sin dalla tenera età vengano informati e sensibilizzati sui rischi correlati ad una foto-esposizione non corretta. Informazione e prevenzione sono strumenti di primaria importanza soprattutto nei riguardi dei bambini e dei giovani. I genitori italiani sono d’accordo su questo concetto, infatti circa 9 su 10 (89%) ritiene particolarmente utile proiettare nelle scuole un filmato che spieghi i benefici e i danni del sole.
Ben vengano dunque campagne educative come “Sole Sicuro nelle scuole”, Campagna che si rivolge soprattutto ai giovani che ancora non conoscono i rischi di una foto-esposizione non corretta e non controllata. Esporsi al sole in modo corretto sin da bambini può salvaguardare la salute della pelle in età adulta.

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Author: Gigas_aideco