II PARTE: LE RADIAZIONI SOLARI
Il sole emette radiazioni elettromagnetiche a diversa lunghezza d’onda. Questa nostra stella dunque compone “uno spettro” di emissione di onde elettromagnetiche composito.
A causa dell’assorbimento atmosferico, ed in particolare della fascia di ozono, lo spettro solare al suolo è composto solamente da radiazioni di lunghezza d’onda compresa fra 290 e 3000 nanometri (nm), ovvero gli UVB (280-320 nm), gli UVA (320-400 nm), la luce visibile (400-780 nm), ed una parte dell’infrarosso (780-3000 nm) (TABELLA n. 1). Gli ultravioletti (UV) sono radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti: sono i fotoni più ricchi di energia e sono pertanto anche i più biologicamente attivi. Gli ultravioletti che mostrano una maggiore fotoattività sono divisi in tre categorie: UVA-UVB-UVC. I raggi UVC con lunghezza d’onda compresa tra 100 e 200 nm, non hanno ancora effetti sulla pelle poiché bloccati dallo strato d’ ozono, ma possono risultare dannosi quando emessi da sorgenti artificiali. Il problema inerente questi raggi è insorto prepotentemente negli ultimi anni proprio a causa del progressivo ridursi dello strato d’ozono atmosferico. Gli UVB inducono le più comuni reazioni fotobiologiche nella cute, svolgono azione eritematogena, non trapassano il vetro e sono quasi totalmente assorbiti dallo strato corneo.Gli UVA sono le radiazioni definite “black light” perché hanno una lunghezza d’onda vicina al violetto della luce visibile, trapassano il vetro e raggiungono il derma profondo.In passato, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto sugli UVB, in quanto responsabili di eritema immediato e di ustioni solari e imputati nella genesi del melanoma. Attualmente invece l’attenzione si è spostata sugli UVA che, pur essendo meno energetici, sono in grado di raggiungere il derma e sembra siano maggiormente correlabili alla fotocarcinogenesi, oltre che al fotoinvecchiamento, alla fotoimmunosoppressione e ai fenomeni di fototossicità e fotoallergia.
TABELLA n. 1
Radiazioni elettromagnetiche classificate in base alla lunghezza d’onda
La fotoprotezione moderna copre ad ampio spettro la radiazione UV, sia nella sua porzione B che in quella di tipo di A, che più recentemente ha dimostrato il suo pericoloso e dannoso potenziale.Inoltre attualmente un’importante sfida della cosmetologia moderna è rappresentata dalla capacità dei prodotti di protezione solare nella loro veste di “antiaging”, sia come prevenzione diretta nei confronti del danno fotoindotto, sia come prevenzione indiretta nei confronti della formazione di radicali liberi e dunque di controllo di uno dei maggiori fattori coinvolti nell’invecchiamento cutaneo.