Celiachia e cosmetici: facciamo chiarezza

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II PARTE: Connessioni tra celiachia ed uso di prodotti cosmetici

La situazione nel campo della cosmesi è assai complessa; infatti, nonostante manchino dati scientifici attendibili sull’ipotesi che sostanze cosmetiche topiche contenenti glutine possano creare problemi a pazienti celiaci, negli Stati Uniti sono state sviluppate e prodotte linee di cosmetici che vantano l’assenza di glutine nella loro composizione ( ‘gluten-free’).

All’inizio, in considerazione del fatto che il rischio è legato a una possibile ingestione accidentale, l’attenzione si è focalizzata solo su prodotti che potevano venire a contatto con le labbra, come  rossetti e matite, ma successivamente, probabilmente per ragioni di marketing, questa caratterizzazione dei prodotti si è rapidamente estesa anche ad altre referenze del make-up, della cosmesi e della tricologia.

In realtà non può essere dimenticato che il glutine non oltrepassa la barriera cutanea, a causa della sua peculiare forma e dimensione, e quindi per un paziente celiaco non può in nessun modo provocare una crisi, a meno che non venga ingerito. In teoria quindi, nell’ambito dell’igiene personale, la possibilità di scatenare una crisi potrebbe essere riferibile solamente ai prodotti per l’igiene dentale (dentifrici e collutori) e non alle creme dermocosmetiche o ad altri tipi di prodotti cosmetici. In pratica bisogna però considerare che è assai rara la situazione in cui si possano verificare ingestioni di importanti quantità di prodotto cosmetico, e normalmente, anche se vengono accidentalmente portate alla bocca mani sporche di prodotto cosmetico o si asporta con la lingua il rossetto applicato sulle labbra, le quantità eventualmente ingerite sono veramente limitatissime. In Italia, uno dei maggiori esperti di morbo celiaco, il Prof. Troncone dell’Università Federico II di Napoli, ha affermato più volte che prodotti contenenti glutine e intesi per uso topico non rappresentano un rischio peri pazienti celiaci, affermazione che trova fondamento nei meccanismi patogenetici del morbo celiaco.

Questo è causato da un attacco del nostro sistema immunitario verso il glutine endocitato dagli enterociti e poi riesposto insieme al complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) di classe I.

Questo meccanismo prevede perciò obbligatoriamente l’introduzione per via alimentare di una quantità sufficiente di glutine che possa innescare questo meccanismo.

Di questa opinione sono anche l’ associazione Coeliac UK, la maggiore realtà britannica che rappresenta pazienti e familiari di celiaci, e la FDA americana.

La prima  mette in guardia nei riguardi delle informazioni allarmistiche (in Internet si fa cenno anche alla colla presente su buste o francobolli…) in quanto, anche in caso di assunzione involontaria, la quantità di glutine sarebbe troppo bassa per scatenare una risposta a livello dei villi intestinali, allo stesso modo come un uso topico dei cosmetici non avrebbe nulla a che fare con la malattia celiaca. La Food and Drug Administration americana ha recentemente ribadito che i cosmetici non necessitano di esporre in etichetta l’informazione relativa alla presenza di glutine, così come avviene, negli USA, dal 1’ Gennaio 2008 per tutti gli alimenti. In letteratura medica, sono presenti solo rare segnalazioni di reazioni allergiche di ipersensibilità immediata IgE-mediata scatenate da proteine idrolizzate del grano presenti in prodotti cosmetici, con rilievo sierologico di IgE specifiche per il glutine e la farina di grano. In realtà, la possibilità di sviluppare IgE contro la frazione di glutine, oltre ad essere rara, non riguarda solo i soggetti celiaci, ma potenzialmente tutti i consumatori, e non può dunque giustificare la creazione di prodotti cosmetici “gluten-free” diretti a questa categoria di pazienti.

In altre parole, è come se si volesse creare un segmento del mercato cosmetico specifico che diventi appannaggio di industrie specializzate, laddove la necessità di diversificare il prodotto cosmetico non è ragionevolmente necessaria.

Per queste ragioni, l’allarme diffuso soprattutto tramite Internet per l’uso di cosmetici non etichettati “senza glutine”, alimentato da informazioni incomplete e spesso sbagliate trasmesse da associazioni dei consumatori, blog di malati, o dalle stesse industrie produttrici, risulta, alla luce di queste considerazioni, completamente infondato.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Author: Gigas_aideco